Il 27 febbraio si è celebrata la Giornata internazionale dell’orso polare, una giornata dedicata alla sensibilizzazione sulle maestose creature che vagano per i paesaggi ghiacciati dell’Artico. Mentre celebriamo questi magnifici animali, è essenziale riflettere sul loro stato attuale e sulle sfide che devono affrontare, nonché sugli sforzi positivi compiuti per garantire la loro sopravvivenza. Ecco perché abbiamo deciso di creare la nostra Settimana Internazionale dell’Orso Polare!
Lo stato degli orsi polari
Gli orsi polari, i più grandi predatori terrestri sulla Terra, abitano le regioni artiche del Canada, dell’Alaska, della Russia, della Groenlandia e delle Svalbard. Queste creature iconiche si affidano principalmente al ghiaccio marino per cacciare le loro prede principali, le foche. Tuttavia, il rapido scioglimento del ghiaccio del Mar Glaciale Artico a causa del cambiamento climatico rappresenta una minaccia significativa per il loro habitat e la loro sopravvivenza.
L’orso polare discende dall’orso bruno. Gli studi genetici hanno fornito varie stime per la comparsa dell’orso polare. Secondo uno studio pubblicato nel 2010, basato sul DNA mitocondriale, l’orso polare si è separato dall’orso bruno circa 150.000 anni fa e si è rapidamente adattato alla vita sul ghiaccio del Mar Glaciale Artico.
L’attuale popolazione di orsi polari è stimata tra i 22.000 e i 31.000 individui in tutto il mondo. Mentre i numeri esatti sono difficili da determinare a causa della natura remota del loro habitat, gli scienziati concordano sul fatto che molte popolazioni sono in declino a causa della perdita dell’habitat, del ridotto accesso al cibo e di altri fattori legati all’uomo.
La vita nell’Artico
Gli orsi polari sono ben adattati al loro ambiente ostile, con uno spesso strato di grasso e una folta pelliccia per isolarli dal freddo. Sono ottimi nuotatori e possono percorrere lunghe distanze sui banchi di ghiaccio in cerca di cibo. Durante i mesi invernali, le femmine di orso polare entrano nelle tane per dare alla luce i loro cuccioli, di solito tra novembre e febbraio. A differenza di altri orsi, tecnicamente non vanno in letargo ma entrano in uno stato di ridotta attività noto come “letargo ambulante”. La madre si prende cura dei suoi cuccioli nella tana fino a quando non sono pronti per emergere in primavera.
In natura, gli orsi polari vivono in genere circa 30 anni, ma possono vivere anche più a lungo in cattività. L’orso polare più anziano registrato è stato Doris dello zoo di Detroit (1948-1991), che ha raggiunto la ragguardevole età di 43 anni e otto mesi.
Uno sguardo al futuro
Il futuro degli orsi polari rimane incerto, con il cambiamento climatico che continua a minacciare il loro habitat. Tuttavia, sono in corso sforzi di conservazione per mitigare queste minacce e proteggere le popolazioni vulnerabili. Misure come la riduzione delle emissioni di gas serra, l’istituzione di aree protette e la promozione di pratiche sostenibili sono passi cruciali per salvaguardarne il futuro.
Orsi polari in cattività
Mentre gli orsi polari affascinano il pubblico negli zoo di tutto il mondo, la loro cattività solleva preoccupazioni etiche per quanto riguarda il loro benessere. Molti zoo faticano a fornire uno spazio adeguato e un arricchimento per questi animali grandi e attivi, portando a stress, problemi comportamentali e riduzione della durata della vita.
Tuttavia, stanno emergendo alcune iniziative positive, con alcuni zoo che investono in habitat più grandi e naturalistici per i loro orsi polari e partecipano a programmi di conservazione per sostenere le loro controparti selvatiche.
Miti sull’orso polare vs. fatti: sfatare le idee sbagliate più comuni
Mito: gli orsi polari vagano per le strade delle grandi città scandinave
Fatto: Sebbene gli orsi polari siano davvero creature straordinarie, l’idea che passeggiano per le strade delle grandi città scandinave sia puramente mitica. Gli orsi polari sono originari delle regioni artiche e si trovano principalmente in paesi come Canada, Alaska, Russia, Groenlandia e Svalbard. L’idea di incontrarne uno in un contesto urbano come Helsinki semplicemente non è radicata nella realtà. Tuttavia, è fondamentale ricordare che i miti spesso nascono dalla nostra fascinazione per questi maestosi animali e dal desiderio di avvicinarli alla nostra quotidianità, seppur in modo fantasioso.
Mito: gli orsi polari hanno la pelliccia trasparente
Fatto: Contrariamente alla credenza popolare, la pelliccia dell’orso polare non è trasparente. Invece, appare bianco a causa della sua struttura, che riflette e disperde la luce. Ogni fusto del capello è privo di pigmenti ed è costituito da un nucleo cavo che intrappola l’aria, fornendo isolamento e galleggiabilità durante il nuoto. Questo adattamento unico aiuta gli orsi polari a stare al caldo nel loro habitat ghiacciato e a mimetizzarsi durante la caccia sul ghiaccio marino.
Mito: gli orsi polari si coprono il naso durante la caccia
Fatto: Un altro malinteso comune è che gli orsi polari si coprano il naso nero con le zampe durante la caccia per mimetizzarsi con la neve. Anche se è vero che i loro nasi scuri spiccano sulla loro pelliccia bianca, non ci sono prove che suggeriscano che cerchino attivamente di nasconderli mentre inseguono la preda. Invece, gli orsi polari si affidano al loro acuto senso dell’olfatto, all’eccellente vista e all’approccio furtivo per catturare le foche sul ghiaccio marino.
Mito: gli orsi polari predano gli esseri umani
Fatto: Sebbene gli orsi polari siano predatori apicali e formidabili cacciatori, non sono intrinsecamente aggressivi nei confronti dell’uomo. Nel loro habitat naturale, gli orsi polari in genere evitano gli scontri e attaccano solo se si sentono minacciati o provocati. I conflitti uomo-orso sorgono spesso in regioni in cui il loro habitat si sovrappone agli insediamenti umani o dove le fonti di cibo sono scarse a causa dei cambiamenti climatici. Comprendere e rispettare lo spazio e il comportamento di questi magnifici animali è fondamentale per coesistere in sicurezza con loro nell’Artico.
Separare la realtà dalla finzione è essenziale quando si tratta di comprendere e apprezzare i notevoli adattamenti e comportamenti degli orsi polari. Sebbene i miti possano aumentare la loro mistica, è essenziale fare affidamento sulle conoscenze scientifiche per garantire la loro conservazione e protezione in natura.
Mentre onoriamo la Settimana Internazionale dell’Orso Polare, non solo ammiriamo la bellezza e la resilienza di questi giganti artici, ma impegniamoci anche ad agire per proteggere il loro futuro. Che si tratti di ridurre la nostra impronta di carbonio, sostenere gli sforzi di conservazione o sostenere condizioni migliori per gli orsi polari in cattività, ogni sforzo conta per garantire che queste magnifiche creature continuino a vagare nella gelida natura selvaggia per le generazioni a venire.
Buona Settimana Internazionale dell’Orso Polare!
Scritto da Carina Lintula
Fonti:
[1] Gli orsi polari si sono evoluti solo 150.000 anni fa. 1.3.2010.
[2] Wiig, Ø., Amstrup, S., Atwood, T., Laidre, K., Lunn, N., Obbard, M., Regehr, E. & Thiemann, G.: Ursus maritimus Lista rossa IUCN delle specie minacciate. Versione 2017.3. 2015. Unione Internazionale per la Conservazione della Natura, IUCN, Iucnredlist.org.
[3] Debby, A Short HistoryThe Zoo Society’s Weblog: Blogging About the Assiniboine Park Zoo. 27.11.2008. La Società Zoologica di Manitoba.